Tre domande a Sebastiano Foti, direttore  del Dipartimento di ingegneria strutturale, edile e geotecnica del Politecnico di Torino.

"OTTIMIZZARE IL RECUPERO PER MIGLIORARE LA SICUREZZA"

Ogni edificio deve essere valutato nella sua complessità per studiare interventi che ne migliorino l’efficienza e mitighino i rischi dal punto di vista sismico e idrogeologico. Ottimizzare  non significa solo abbattere i costi ma anche lavorare contemporaneamente su più fronti, energetico e sismico, per esempio, e valutare l’impatto di ogni intervento sull’ambiente e sull’edificio stesso. Si parla di questo, quando si fa riferimento alla sostenibilità di un intervento e Restructura è il luogo adatto per aprire questo dibattito.

C’è la necessità di fare in modo che i nostri interventi, che sono pensati per una riqualificazione che mira a un aspetto specifico, non perdano di vista l’edificio nel suo complesso. Per esempio oggi c’è la giusta tendenza a intervenire sugli aspetti energetici, cerchiamo costruzioni attente sotto questo punto di vista, ma non dobbiamo dimenticare che anche queste opere di riqualificazione possono essere l’occasione per intervenire su una riabilitazione strutturale che mitighi il rischio anche dal punto di vista sismico e idrogeologico.

Un tema molto importante è l’attenzione alla sostenibilità degli interventi: occorre cercare soluzioni che siano il più possibile rispettose dell’ambiente. È importante ottimizzare, ce lo insegnano gli studi e gli approfondimenti scientifici sul comportamento degli edifici. In passato si è pensato che fosse soprattutto un problema di costi. Gli interventi venivano decisi  sulla base del budget a disposizione e se questo era capiente, si finiva per fare lavori eccessivi. Oggi la sostenibilità ci porta  a ragionare diversamente, valutando come ottimizzare gli effetti. Ogni intervento va concepito in un’ottica di un risparmio che non è solo economico ma di impatto sull’ambiente e sull’edificio stesso, perché ci sono opere - fatte per migliorare alcuni aspetti -  che, in alcuni casi, possono peggiorare il comportamento dell’edificio rispetto al rischio sismico. I pannelli solari sono utilissimi, ma costituiscono un aggravio per l’edificio dal punto di vista strutturale che, quindi, cambierà la sua risposta di fronte a un evento come un terremoto. È un aspetto che va tenuto in considerazione. Per questo dico che le valutazioni vanno fatte a 360 gradi”.

L’accento che questo appuntamento mette sul riutilizzo e sul recupero è importantissimo soprattutto in un paese con un patrimonio costruito molto ampio. Gli interventi per il miglioramento strutturale di un edificio possono cambiare la sua risposta di fronte a un evento di rischio e permetterci di vivere in una condizione più sicura. L’evoluzione delle soluzioni tecnologiche in questo ci danno una mano.  L'industria delle costruzioni è molto tradizionale per sua natura. In passato non ha lavorato a sufficienza sull’innovazione tecnologica, oggi, invece, ne esistono tante, nel campo energetico ma anche  dell’adeguamento strutturale: Restructura è il luogo adatto dove portare il dibattito su queste innovazioni sempre più rilevanti, che ci permettono di avere una conoscenza dell’edificio molto più approfondita anche nella fase diagnostica, prima di intervenire. Questo è un elemento che ci consente di andare in direzione di quell’ottimizzazione di cui parlavo prima, dosando meglio gli interventi e utilizzando in modo più efficiente le risorse a disposizione.