Tre domande a Francesco Burrelli, presidente Anaci

AI CONDOMINI SERVE UNA “CARTA D’IDENTITA’ DELLA SICUREZZA”

In Italia ci sono circa 1.300.000 condomini in cui vivono  oltre  75% degli italiani circa 45.000.000 di persone. La necessità di verificare e certificare la sicurezza di questi edifici mette in luce problematiche che non sono rimandabili”, spiega Francesco Burrelli, Presidente Anaci, l’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari che sarà partner di Restructura 2024.

“Oggi esistono certificazioni per moltissimi aspetti che rischiano, però, di essere scollegati tra loro. Manca l’analisi complessiva dell’involucro e degli impianti di un palazzo, una sorta di carta d’identità dell’edificio che evidenzi quali sono gli interventi prioritari da fare. Penso al rischio sismico e idrogeologico. È necessario che ognuno  sappia, quando entra in un immobile, quali sono le condizioni e le priorità su cui intervenire. Prima del Superbonus 110%, sono stati spesi tantissimi soldi per i bonus al 90%, ma è stata fatta pochissima riqualificazione corretta e utile.Bisogna indirizzare bene le risorse e gli obiettivi da raggiungere”

“Servono regole condivise. Mettiamo tutta la filiera intorno a un tavolo istituzionale e forse riusciremo a dare indicazioni chiare ed oggettive a chi vive in un palazzo per stabilire quali siano le priorità, gli obblighi e le responsabilità per effettuare qualificate e certificate riqualificazioni. Cosa succede se non lo facciamo? Parlano i numeri: Ogni anno muoiono centinaia di persone perché non sono stati adeguati gli impianti. È una questione di vivibilità degli edifici, sostenibilità delle spese ma anche qualità della vita dei condomini che ci vivono. Dobbiamo alzare la qualità della vita, la sostenibilità della spesa e l’efficientamento dei servizi, che saranno sempre più tecnologici con tempi di risposta più brevi”

“Certamente. Le nuove regole sugli affitti brevi, per esempio, stanno iniziando, con una regolamentazione nazionale, ad affrontare un problema che resta spesso sommerso, obbligando i proprietari a maggiori controlli, garantendo una maggiore sicurezza per gli utenti. Spesso si rimandano lavori che sarebbero necessari, succede soprattutto per via dei costi. Iniziamo a proporre che per stipulare un rogito sia obbligatoria una certificazione degli involucri e degli impianti: solo così si cambia una mentalità che tende a procrastinare gli interventi e trattare la sicurezza come un problema aleatorio. È  necessario un cambiamento culturale che deve coinvolgere tutti. Aumentando la prevenzione e la manutenzione diminuiranno i costi che derivano dalla mancanza di sicurezza: i costi sanitari, del mancato lavoro, delle risorse pubbliche che servono a garantire la vigilanza degli enti preposti. Avremo fabbricati sicurisostenibili e commerciabili